Vibo Valentia, una provincia ricca di monumenti e storia: le aziende agrituristiche coprono l'intero territorio, dalle acque smeraldine di Capo Vaticano ai boschi di Serra San Bruno, dal suggestivo abitato di Caroniti, arroccato sul Tirreno a Mongiana, nell'entroterra di Nicastro, dove i Borbone hanno lasciato le prime imponenti acciaierie del Mezzogiorno. Passando fra i bellissimi boschi di Serra San Bruno c'è Brognaturo, un piccolo paese molto famoso per la lavorazione delle pipe.
Da questi boschi si ricava il ciocco, che dopo una stagionatura di 8 anni viene modellato fino a diventare il prezioso oggetto tanto amato dagli intenditori. Ma è soprattutto Vibo, l'antica Hipponion dominata dal castello a forma di nave, con le mura della città greca e le architetture del Vanvitelli, nonchè con le sue botteghe artigiane sparse nel centro storico - dove si lavora con particolare valore artistico la ceramica, il ferro battuto, il legno -. a catturare l'interesse del visitatore, o la grande Certosa di Serra San Bruno, simbolo della spiritualità calabrese.
Poco distante da Vibo Valentia, c'è Soriano Calabro, dove si lavorano mobili e complementi di arredo in vimini, bambù, rattan, midollino e giunco.
Oggetti di grande pregio che gli artigiani calabresi modellano con grande maestria ed esperienza. Infine, il nostro itinerario approda a Tropea, gioiello incastonato da bianchi muraglioni, con l'antico Santuario di Santa Maria dell'Isola.
E' bello visitare la famosa bottega artigiana dove si creano le mille figure di “pastori” in materiale vario (legno, ceramica, tessuto, carta pesta) con annesso il Museo-Presepio meccanico, frutto di mirabile ingegno e fertile fantasia.
La distesa che separa la cittadina da Capo Vaticano è caratterizzata da lussureggianti orti famosi per la "Rossa" di Tropea. Stiamo parlando della cipolla, coltivata sui terrazzamenti del Monte Poro, che in Calabria viene anche mangiata cruda per apprezzarne tutto l'insieme dei suoi sapori.
Sebbene in Europa la coltivazione della cipolla sia stata introdotta solo nel Medioevo, in Calabria era stata già introdotta dai greci, che l'avevano a loro volta conosciuta dagli assiri e dai babilonesi.
Ricca di glucosio, potassio e sodio, ma con pochi grassi, la "Rossa" di Tropea viene anche tradizionalmente utilizzata per curare le infezioni intestinali, la calcolosi renale e la pertosse. In cucina si presta ad un variegato uso: tra le ricette più caratteristiche, quella della "Crostata di cipolle" si presta meglio a capire il profondo legame che unisce i calabresi alla "Rossa".
Le cipolle vanno affettate e cotte in una padella con olio e sale, aggiungendo un po' di acqua per mantenerle morbide. Quindi amalgamatele con un uovo, formaggio e pepe. Stendete la pasta frolla in una teglia già oliata, mantenendone da parte una moderata quantità. Distribuite su di essa il composto e ricavate delle striscioline per decorare la superficie. Il tutto va passato a forno caldo; la crostata si può servire tiepida o fredda.
Blog dedicato a Tropea, Capo Vaticano e alle più belle località della Calabria e della Sicilia (le vicine Isole Eolie e Taormina). Informazioni e approfondimenti sulle spiagge, le sagre dei prodotti tipici locali, gli eventi e gli itinerari consigliati. Blog per condividere esperienze, legate al mondo del turismo e della gastronomia locale.
mercoledì 20 ottobre 2010
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