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Tropea a 360 gradi

Tropea a 360 gradi
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Tropea

Tropea, la capitale del turismo calabrese (articolo di Marina Colonna) 

L’emblema della Calabria turistica? È, senza dubbio, Tropea.

La sua splendida posizione geografica, ha reso questo scorcio di terra, meta obbligata del turismo internazionale; si trova a metà strada tra il golfo di S. Eufemia e quello di Gioia Tauro, in provincia di Vibo Valentia. Già prima di arrivare, si resta affascinati dalla bellezza del paesaggio che cambia di chilometro in chilometro. La macchia di case più vasta della zona, è adagiata su una roccia a picco sul mare e l’impressione che si ha, affacciandosi da uno dei balconi di queste case, è quella di essere su un trampolino, pronti per spiccare il volo nell’azzurro di quel mare limpido e trasparente.

La gente di Tropea è affabile, ospitale. Qui il sole non riesce a toglierlo mai nessuno. Il corso spacca in due l’antico borgo fino all’affaccio sul mare della rupe, da dove si vede la famosa Chiesa di Santa Maria dell’Isola. Si chiama così, perché in tempi antichi, vi si poteva arrivare solo con la barca, poi l’isola si unì alla terra ferma per il formarsi di un vasto arenile.
Spiaggia di Tropea
Ai piedi del terrazzo si stendono per quattro chilometri, graziose spiaggette. Le isole Eolie, stanno davanti come un gruppo di nuvole bassissime, ed è subito facile capire perché questo posto sia tanto gradito ai turisti. In ognuna delle strette viuzze, si trovano vecchi palazzi patrizi, testimonianza di un passato di grande cultura e nobiltà. Tropea, infatti nel XV secolo, fu sede dell’Accademia letteraria che si sciolse quattro secoli dopo. Si rimane affascinati dalle balconate a petto d’oca, dagli antichi portali, in cui sembra essere rimasto intatto il segno di una civiltà tramontata ormai da secoli.

Le chiese sono tante, differenti tra loro per stili ed epoche. Girando per le piazzette assolate, si notano le targhe delle vie intitolate ad uomini illustri cui Tropea vanta di aver dato i natali, come per esempio il filosofo Pasquale Galluppi, tra i più acuti studiosi di Kant del secolo scorso (a Piazza Ercole spicca il monumento a lui dedicato); i fratelli Vianeo, iniziatori della rinoplastica in Italia nel XV secolo, cui è intitolato il liceo scientifico; una via è dedicata a Don Francesco Mottola, uomo di immensa spiritualità, sulla strada della beatificazione a diversi anni di distanza dalla morte, per essersi dedicato all’assistenza degli emarginati, degli ammalati, degli indifesi.
Oggi, la sua casa è meta di pellegrinaggio.

Queste vicende religiose, oltre che artistiche ed ambientali, contribuiscono a rendere la cittadina piena di incanto ed interesse.
 Anche nel mondo dello spettacolo, c’è stato un illustre di Tropea: Raf Vallone, noto all’inizio come calciatore, approdò al grande cinema dopo aver fatto esperienza di attore nel teatro universitario di Torino. In vita, tornava spesso nella sua bellissima villa a picco sul mare, a pochi chilometri dalla cittadina.

 Tropea nel periodo estivo esplode, i suoi circa 7.500 abitanti, si moltiplicano vertiginosamente: «pullula» di negozi caratteristici, di boutique, di bar, ristoranti, campeggi, discoteche, villaggi esclusivi ma anche oasi di pace sulle bianchissime spiagge.
Il ritmo diventa frenetico, si vive nell’euforia di una grande festa e la scelta sul cosa fare è davvero imbarazzante. Il programma degli spettacoli estivi ogni anno è molto nutrito di sagre (pesce azzurro, ecc.) che si svolgono nella caratteristica cornice di piazza Municipio.

E poi di rappresentazioni teatrali, musicali, folcloristiche, danze moderne, ballo liscio e tanto altro. Turisticamente ben organizzata, Tropea per fortuna non vive solo d’estate; dura troppo poco perché si possa accumulare una rendita per tutto l’inverno; l’altra grande risorsa è infatti l’agricoltura.

I suoi prodotti, tutti di ottima qualità, si sono affermati - nel corso degli anni - anche oltre oceano, come per esempio la Cipolla Rossa (delle sue virtù salutari e curative ne parla qui di seguito il giornalista e scrittore Vincenzo Pìtaro, di Gagliato, peraltro autore di vari servizi pubblicati sia sulla pagina culturale di Gazzetta del Sud che su riviste medico-scientifiche internazionali come MTM – Medical Team Magazine - ndr), la cui coltivazione caratterizza tutta la zona costiera.

 Anche il mare, qui, non è per niente avaro. I suoi fondali sono una stupenda scenografia per gli appassionati di foto-sub e per gli amanti della pesca. Si trovano soprattutto cernie, polipi, saraghi. Da tutti questi prodotti, deriva una cucina dai sapori forti e genuini.

Il piatto consigliato dallo chef di uno dei ristoranti più esclusivi della zona, è un primo piatto:
tagliolini alla tropeana. Si tratta di un tipo di pasta fatta in casa condita con il nero di seppia, pomodoro fresco, e arricchita con cozze, vongole, zucchine,gamberetti e scampi.

 E poi c’è la «’Nduja», un salame morbido piccante che si consuma piacevolmente anche come sulle bruschette; la cicinella, il bianchetto, con cui si fanno delle frittelle e naturalmente la cipolla rossa, che nella zona si usa fare anche arrostita o ripiena.

 Marina Colonna

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