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martedì 16 novembre 2010

Dieta Mediterranea, patrimonio dell'umanità - UNESCO

Nairobi - Kenya : 16 novembre 2010, il comitato intergovernativo dell'UNESCO ha proclamato la Dieta Mediterranea patrimonio culturale immateriale dell'umanità.

La proclamazione della Dieta Mediterranea, quale stile di vita sostenibile basato su tradizioni alimentari e su valori culturali secolari, rappresenta un traguardo storico per la tradizione alimentare e per la cultura dell'Italia intera, e ci chiama ancora una volta alla responsabilità di proseguire con ancora più determinazione il percorso della qualità e della valorizzazione del nostro patrimonio, dei tratti storici e della tradizione custoditi da millenni di dieta mediterranea.

I prodotti base della dieta mediterranea, sono gli stessi che arricchiscono e rendono unico il paniere agroalimentare italiano: su tutti l’olio extravergine d’oliva, ma poi gli ortaggi, la frutta, il grano ed il vino. È la tavola imbandita del contadino, con i suoi tempi e i suoi rituali, che si rivela, con questo riconoscimento, essere straordinariamente moderna, anzi senza tempo e dunque destinata all’immortalità. Trattasi di alimenti che rischiano l'italianità come l'olio extravergine di oliva che oltre i benefici sulla salute, ha consentito nei millenni uno sviluppo eco-sostenibile, come la salvaguardia dei territori dal dissesto idrogeologico, grazie agli uliveti piantati sui pendii delle colline, nei punti più impervi, consentendo anche al decoro del paesaggio italiano, in particolare del Sud Italia.

La Dieta Mediterranea rischia l'estinzione e con essa anche la produzione italiana di alimenti che sono i pilatri della dieta stessa.

3 commenti:

  1. Esiste anche la dieta mediterranea di Nicotera detta anche Dieta di Nicotera.

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  2. Un riconoscimento atteso da anni e che finalmente riconosce e premia il lavoro svolto nei secoli dai contadini, costretti ad abbandonare le loro terre, e con la conseguente scomparsa delle sane abitudine alimentari di un tempo e la comparsa del dissesto idrogeologico dei terreni lasciati incolti.

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  3. Un buon punto di partenza per promuovere il turismo enogastronomico calabrese.

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