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Tropea a 360 gradi

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venerdì 27 novembre 2009

Il Museo Diocesano di Tropea

Il Museo Diocesano di Tropea è aperto al pubblico dal 2004.
Ospitato nei locali dell’ex Palazzo Vescovile, raccoglie moltissime opere provenienti dalla vecchia Cattedrale barocca, nonché da altre chiese della Città oramai chiuse.
L’allestimento, per il momento ancora temporaneo, presenta soprattutto dipinti e sculture, in particolare una notevole, quantitativamente e qualitativamente, collezione di sculture lignee, categoria questa, di recente rivalutata rispetto al passato.
Nel portico svevo che fa da ingresso sono collocate 5 statue marmoree facenti parte di 2 gruppi distinti, fra cui si segnalano S. Pietro e S. Paolo, dalla Cattedrale barocca, copie delle statue di Montorsoli per il Duomo di Messina.

Al piano superiore, i resti del medioevo, tra cui il frammento del sepolcro di Andrea de Rogerio, introducono le sale dedicate alla Madonna: la bellissima Incoronazione della Vergine, proveniente dalla chiesa della Pietà, di scuola siciliana del XVII sec., è posta in fondo, fra i Santi Gioacchino e Anna (dalla chiesa della Michelizia); un piccolo vestibolo ospita S. Antonio che riceve il Bambino, di scuola napoletana, e S. Antonio difra’ Diego da Careri(chiesa dell’Annunziata), straordinario nell’eleganza della posa che, in pieno ’600, richiama modelli medievali.

Poi le interessanti tele di Giuseppe Grimaldi, maggior pittore tropeano del Settecento, fra cui si segnala una Gloria dell’Immacolata di indubbia derivazione giordanesca; di fronte a questa è una teca che racchiude gioielli della Madonna, in particolare alcune corone, due delle quali di produzione locale.
La statua di S. Domenica, prima patrona della Città, splendida realizzazione di Francesco Avellino in argento sbalzato e cesellato (1738), scintilla in mezzo ai tanti busti reliquiari, già nella cappella del SS. Sacramento in Duomo; questi, insieme ad altre statue lignee diffuse, soprattutto S. Domenica (in fase di restauro), danno un’idea della ricchezza del barocco tropeano.

Si prosegue poi con le grandi tele un tempo sugli altari della Cattedrale e della chiesa di S. Domenico, tra cui si segnalano alcune opere provenienti da Napoli, come la Madonna del Rosario fra santi domenicani.

In chiusura i secenteschi quadri della cappella dei Nobili, in deposito in attesa di ornare nuovamente la sede originaria. Inoltre, diffusi per le sale, toselli, reliquari, ed altri oggetti che, pur nell’allestimento ancora solo temporaneo, rendono l’idea di quella che è stata la ricchezza artistica della Città di Tropea.

Orari:
Aprile, Maggio, Settembre, Ottobre 9:30-12.30 / 17:00-20:00.
Giugno 10:00-12:30 / 18:30-22:00.
Luglio e Agosto 19:00-24:00.
Permesso di visita: € 2,00 (riduzioni per comitive).
Tel. Informazioni: 349/7876408 (Schiariti Pasquale)
Ingresso gruppi (min 15 – max 50)

giovedì 19 novembre 2009

Cipolla Rossa di Tropea

La distesa che separa la cittadina da Capo Vaticano è caratterizzata da lussureggianti orti famosi per la "Rossa" di Tropea.
Stiamo parlando della cipolla, coltivata sui terrazzamenti del Monte Poro, che in Calabria viene anche mangiata cruda per apprezzarne tutto l'insieme dei suoi sapori.
Sebbene in Europa la coltivazione della cipolla sia stata introdotta solo nel Medioevo, in Calabria era stata già introdotta dai greci, che l'avevano a loro volta conosciuta dagli assiri e dai babilonesi.
Ricca di glucosio, potassio e sodio, ma con pochi grassi, la "Rossa" di Tropea viene anche tradizionalmente utilizzata per curare le infezioni intestinali, la calcolosi renale e la pertosse.

In cucina si presta ad un variegato uso: tra le ricette più caratteristiche, quella della "Crostata di cipolle" si presta meglio a capire il profondo legame che unisce i calabresi alla "Rossa".
Le cipolle vanno affettate e cotte in una padella con olio e sale, aggiungendo un po' di acqua per mantenerle morbide. Quindi amalgamatele con un uovo, formaggio e pepe. Stendete la pasta frolla in una teglia già oliata, mantenendone da parte una moderata quantità.
Distribuite su di essa il composto e ricavate delle striscioline per decorare la superficie. Il tutto va passato a forno caldo; la crostata si può servire tiepida o fredda.

Tutto sulla Cipolla Rossa di Tropea

Area storica di produzione e consumo.
Viene coltivata lungo la costa tirrenica calabrese, da Ricadi - Tropea fino a Briatico - Pizzo Calabro, ma nella piana di Lamezia Terme e lungo la costa verso Fuscaldo.

Legame col territorio.
Furono i greci ad introdurre in Calabria l'uso della cipolla, appreso a loro volta da assiri e babilonesi.
La dolcezza di questo bulbo dipende, oltre che dalla varietà, dai terreni sabbiosi che si trovano in prossimità del mare lungo la costa tirrenica.
Tutte le operazioni colturali vengono eseguite a mano dai contadini del posto.
Dopo la raccolta sono le donne a selezionare ed intrecciare, con abili movimenti delle mani, le rosse cipolle separandole piccole dalle medie e dalle grandi.
Le tecniche di lavorazione vengono tramandate da una generazione all'altra.

Descrizione del prodotto.
Tre forme: tronco-conica dal sapore dolce, ovale di sapore forte, a trottola; l'involucro esterno è di colore rosa carico, l'interno ha un colore rosso vinaccia.

Tecniche di produzione.
Il bulbo viene piantato in terreni sciolti, freschi e profondi, concimati con letame. La cipolla estiva si semina in semenzaio a fine agosto, primi di settembre e si mette a dimora tra novembre e febbraio.
Si raccoglie quando la foglia è secca, a giugno.
Si lasciano seccare le tuniche fogliari esterne e i bulbi in pieno campo e poi si ripongono al riparo di tettoie o altri locali ben aerati, per una quarantina di giorni. Si conservano in locali freschi, asciutti e ventilati.

Uso gastronomico.
Ingrediente della cucina mediterranea. La dolce, cruda, è ottima con le insalate estive di pomodori freschi, olive e origano o per la crostata di cipolle, piatto caratteristico della zona di Tropea.

Per maggiori informazioni si rimanda al seguente link: Cipolla Rossa di Tropea

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